martedì 6 gennaio 2015

Il mio ricordo di Pino Daniele

Tratto dalla pagina Twitter di Pino Daniele

Premessa: questo non è un epitaffio sociale. E' il compianto per un'artista che da sempre ho apprezzato, misto all'egocentrico ricordo di un momento della mia vita.

Mi schiero in controtendenza al flusso interminabile di urlatori, filosofi e citazionisti. E non li identifico così con sarcasmo ma, sebbene abbia appena dichiarato una simpatia musicale nei confronti di Pino Daniele, non posso dimenticare come sono fatto. Il mio spirito ipercritico non ha mai apprezzato quel marcio costume occidentale che trasforma in eroi mitici i prematuri defunti, soprattutto se famosi. Per non parlare della spietata ouverture che precede la conferma di una nefasta notizia, mare agitato a metà tra bufala e cruda verità.

Non posso dimenticare il racconto che, otto anni fa, giunse alle mie orecchie. Un meno famoso disc jockey napoletano mi raccontava di un Pino Daniele capace di vivere lontano dalle carte sporche della sua città (e fin qui, nulla di nuovo), capace di continuare a lasciar vivere nella precarietà i suoi genitori (che, a quanto pare, abitano in uno stabile occupato nel quartiere natìo), capace di predisporre un camerino per il cagnolino durante i suoi tour.  Ancora oggi non so se tali fatti fossero veri, ma di certo erano parole che dipingevano Pino Daniele come un comune peccatore. Per questo voglio crederci: è una storia che parla di un personaggio dotato di talento straordinario, che non dimentica la sua natura umana fatta essenzialmente di imperfezione incriticabile.

Ecco, io voglio ricordare Pino Daniele semplicemente per quello che è stato capace di regalare alla mia vita. Non sarei capace d'altro. Non ho abbastanza conoscenza, competenza, appartenenza per affiancarmi a voialtri più grandi estimatori. Infine, sarei fin troppo ripetitivo: non aggiungerei nulla di nuovo al dolore che ci unisce.

L'originale, su Flickr
Voglio ricordare questo grande artista con una delle prime foto che ho scattato con la reflex. Era il 24 giugno 2011, giorno del mio primo concerto - può sembrare strano nel XXI secolo, quando già a dieci anni ci si riunisce in un'arena per cantare le canzoni di Violetta a memoria e con una pronuncia iberica da far invidia a un diplomato DELE.  Primo concerto... e che concerto! Pino Daniele‬ & Eric Clapton insieme allo stadio Lamberti di Cava de' Tirreni.

Era un periodo strano: nonostante avessi una frattura al quinto metatarso, con una gamba bloccata dal gesso, continuavo a scappare. Non riuscivo ad affrontare i fantasmi che la mia fervida immaginazione aveva creato.  Ed ecco spuntare Pino Daniele. La sua inconfondibile sonorità mi regalò un momento di serenità. Non alleviò il dolore, né mi distrasse semplicemente. Al contrario, impegnò le mie emozioni per qualche ora. Le mise in riga, smettendo di farle girare spasmodicamente senza una meta.

Pino Daniele era un artista completo, capace di sorprenderti anche oltre le sue capacità. E' stato, infatti, un grande aggregatore di spiriti musicali. Un magnete capace di attrarre l'attenzione dei più grandi musicisti di questo Pianeta. E in quell'occasione portò al suo cospetto Slowhand insieme a Chris Stainton e Steve Gadd.

Indimenticabile e irreplicabile.


Nessun commento:

Posta un commento

Vuoi commentare? Sei libero di farlo. Ma ricorda: siamo su una pagina civilizzata. ;)