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Foto ilmessaggero.it |
Ultimo, ma non meno importante, Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell'Istituto Superiore di Sanità. In merito alla cosiddetta Fase 2, ha ribadito che la mascherina di comunità - quella che da domani saremo obbligati ad indossare in tutti i luoghi pubblici al chiuso e in alcune regioni anche all'aperto - è uno strumento di protezione complementare. Prima di ogni altra prescrizione, ha raccomandato fortemente di rispettare le distanze interpersonali e di praticare il frequente lavaggio delle mani. Queste sono le norme di base per proteggere prima di tutto sé stessi; la suddetta mascherina ha invece un ruolo esclusivamente nel proteggere gli altri.
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Il prof. Giovanni Rezza |
La tutela della salute è un concetto molto complesso, che l'emergenza sanitaria in atto ha inevitabilmente polarizzato nell'ottica di garantire prima di ogni altro aspetto la limitazione dell'infezione da Coronavirus. Anche le misure di allentamento del lockdown devono essere giocoforza inquadrate in quest'ottica. Che poi questo consenta anche una rigenerazione psico-sociale è - purtroppo - solo un fortunato epifenomeno.
La passeggiata serale che noi cittadini campani godiamo da una settimana è quindi un'attività preziosa, oltre che legittima.
Qualche settimana fa mi è capitato di guardare un video sui social, in cui il chirurgo Alessandro Gasbarrini tentava di spiegare le caratteristiche funzionali delle tipologie di mascherine esistenti. Complice l'ingenuità della sua buona fede, sommata al tentativo di rendere più semplice possibile la fruizione di un contenuto tecnico, questi ha scelto di utilizzare termini come altruista, egoista, intelligente per chiarire le proprietà di filtrazione dell'aria attuata da ciascuna mascherina. Tentativo lodevole, ma ripeto, ingenuo. Da quel giorno ho compreso il motivo per il quale molte persone avevano iniziato a utilizzare quei termini semplicistici e soprattutto, a scegliere la tipologia di mascherina più conveniente in base ad una spiegazione squisitamente semantica.
La passeggiata serale che noi cittadini campani godiamo da una settimana è quindi un'attività preziosa, oltre che legittima.
Qualche settimana fa mi è capitato di guardare un video sui social, in cui il chirurgo Alessandro Gasbarrini tentava di spiegare le caratteristiche funzionali delle tipologie di mascherine esistenti. Complice l'ingenuità della sua buona fede, sommata al tentativo di rendere più semplice possibile la fruizione di un contenuto tecnico, questi ha scelto di utilizzare termini come altruista, egoista, intelligente per chiarire le proprietà di filtrazione dell'aria attuata da ciascuna mascherina. Tentativo lodevole, ma ripeto, ingenuo. Da quel giorno ho compreso il motivo per il quale molte persone avevano iniziato a utilizzare quei termini semplicistici e soprattutto, a scegliere la tipologia di mascherina più conveniente in base ad una spiegazione squisitamente semantica.
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Il dott. Alessandro Gasbarrini mentre spiega nel video le tipologie di mascherine |
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Foto ilmessaggero.it |
Non ritengo certamente che un solo video abbia potuto creare una confusione così forte in tema di dispositivi di protezione individuale, ma è evidente che l'intera categoria dell'Informazione stia contribuendo a distorcere in maniera drammatica il ruolo della mascherina nella popolazione.
L'esito positivo delle misure di contenimento dell'infezione da Coronavirus sarà in gran parte la conseguenza di una corretta comprensione delle prescrizioni igienico-sanitarie. Se scegliamo di non essere solo egoisti, o solo altruisti, ma aspiriamo ad essere intelligenti, invito tutti a fare tesoro delle parole del prof. Giovanni Rezza. Per garantire un'efficace Fase 2, prima di indossare ogni tipo di mascherina, cerchiamo di mantenere le distanze: indebolire il distanziamento sociale rafforzando la distanziazione interpersonale. Non rischiamo di rendere vane le forti rinunce alle quali ci siamo sottoposti per poi ritornare a fare i bravi della Fase 1.
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