martedì 1 maggio 2018

Si va in scena! - La macchina del tempo


Eccomi di nuovo, per il secondo anno di fila, a cimentarmi nel mondo del Teatro. Come al solito, attenendomi all'arte dell'improvvisazione e alla imprevedibilità del laboratorio teatrale.


Il punto di partenza è il mondo di Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, società distopica dove una dittatura morbida ha prosciugato l'intelletto degli individui, portando la forma scritta della conoscenza sull'orlo dell'estinzione.

Così, ognuno dei partecipanti al laboratorio ha scelto di salvare un testo letterario, stipandolo nella propria memoria, diventando di fatto un uomo-libro. Quest'anno lo spettacolo è interattivo, itinerante, rievocativo. Palcoscenico e platea si confondono, senza limiti precisi, in una location fortemente suggestiva, la chiesa di Sant'Aniello a Caponapoli. Edificio che racconta millenni di storia della nostra città, in uno spazio sottratto all'oblio dei nostri giorni  - l'analogia col mondo di Fahrenheit non sembra essere casuale... Lì si rifugiano gli uomini-libro, pronti a salvare l'umana conoscenza. O almeno, ci proveranno...

Sono lieto di invitare tutti i miei lettori a La macchina del tempo, serata finale del laboratorio di improvvisazione teatrale
La Strategia del Silenzio. 

Sabato 5 maggio
alle ore 19,30 presso la
chiesa di Sant'Aniello a Caponapoli (Vico S. Aniello a Caponapoli n.9, a trecento metri dalla fermata Museo della metro Linea 1)

Ingresso libero e gratuito

Link all'evento su Facebook: http://bit.ly/2HJLqvd

Lo spettacolo


Foto di Filippo Tufano

In una società distopica i libri sono oggetto di distruzione sistematica da parte di un potere che cancella le differenze di pensiero e di parola. Per salvare la memoria del mondo in essi contenuta, una comunità di resistenti decide di trasformarsi in uomini-libro, imparandone a memoria uno per trasmetterlo poi alle generazioni future.

E’ l’opzione di Fahrenheit 451, il libro di Ray Bradbury, che fornisce lo spunto per il laboratorio di quest’anno. Ma il tema della memoria ritorna in un altro romanzo di Bradbury (L'estate incantata), dove un vecchio colonnello racconta ad una banda di ragazzini le storie della guerra e del west. Lo chiamano la macchina del tempo per la sua capacità di far rivivere quelle storie. Da questa immagine il titolo della quinta edizione della Strategia del Silenzio.

Nel laboratorio ogni studente diventa un libro, che lo ha emozionato o sorpreso o divertito o irritato, o reso più consapevole. Per farlo vivere, per proporne una memoria tutta personale, per esercitarne una propria responsabile versione recitata, che restituisca, col racconto, le ragioni di una scelta.

Gli uomini-libro


Foto di Filippo Tufano
  • Il gattopardo di G. Tomasi di Lampedusa 
  • Il piccolo principe di A. de Saint Exupéry 
  • Il seno di P. Roth 
  • La nausea di J.P. Sartre 
  • La pazienza del ragno di A. Camilleri 
  • La principessa sposa di W. Goldman 
  • Lettera sulla felicità di Epicuro 
  • L'idiota di F. Dostojevski 
  • Norwegian wood di A. Murakami 
  • Qualcuno volò sul nido del cuculo di K.Kesey 
  • Ricordi dal sottosuolo di F. Dostojevski 
  • Vino e pane di I. Silone

La Strategia del Silenzio


Foto di Filippo Tufano

La Strategia del Silenzio è un progetto di sperimentazione pedagogica, centrato su un laboratorio di improvvisazione teatrale, condotto dal 2013 con gli studenti di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli. Ha come obiettivo formativo lo sviluppo di competenze relazionali per la comunicazione fra medico e paziente: empatia, comunicazione fisica, capacità di ascolto, conoscenza del corpo come macchina espressiva, che include voce, parola, pensiero, affettività, emozione. Ha come strumenti pedagogici l’esperienza performativa, la composizione estemporanea, la messa in gioco personale, fisica e creativa, la comunicazione poetico-mimetica, la costruzione del silenzio come circostanza comune dei protocolli dell’ascolto, della recita, della pòiesis. Improvvisando, perché, poi, nella professione, ogni malato sarà diverso dall’altro. 

Il percorso di improvvisazione nasce sempre da un pretesto narrativo, che, nel corso degli anni ha visto utilizzare testi di A. Cechov, B. Vian, D.F. Wallace, D. Pennac, e, ultimo quest’anno, R. Bradbury.

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