giovedì 16 novembre 2017

Valencia - Una passeggiata fuori dal centro

Siamo stanchi. Dopo il Museo del Arroz i nostri piedi sono arrivati al limite della sopportazione. Ma abbiamo deciso di continuare a camminare. Siamo tornati a casa a piedi, solcando la città per più di cinque chilometri.

Siamo stanchi, i piedi gonfi. Ma freschi di curiosità, con i nostri discorsi, i nostri commenti. La luce del tramonto è gentile e l'aria amorevole alla Marina Real, il vecchio quartiere operaio del porto di Valencia, tra gli scheletri dei capannoni industriali e le palazzine a schiera dai mattoncini rossi, affumicati dal corso del tempo.





Come è confortevole nella sua semplicità il giardinetto in plaça de Calabuig, ricavato in un'insenatura tra le mura perimetrali di alcuni palazzi, sul terreno che forse un tempo ospitava le fondamenta di un edificio. Dei bambini giocano spensierati sullo scivolo, mentre i genitori chiacchierano rilassati, seduti sull'unica panchina lasciata indenne dagli uccelli sugli alberi. Gran vias e Parc del Turià a parte, Valencia è una città priva di ampi spazi. Ma non abbandona i suoi abitanti più piccoli, è pronta a sfruttare anche la più ristretta occasione di respiro per creare aree di svago come questa.


Dirigendosi verso ovest si incontra il distretto di Ayora. L'imbrunire non rende merito all'elegante Jardì. Ai nostri occhi c'è solo una ripetitiva schiera di casermoni residenziali privi d'attrattiva. Ma quante persone per strada! Passeggiano lente, si godono un incerto crepuscolo autunnale con la stessa rilassatezza di una fresca sera estiva dopo una giornata torrida. Rincasano tutti con calma, chi da una giornata di lavoro, chi dopo aver atteso i figli all'uscita da scuola. Sono quasi le sette e solo adesso terminano le lezioni... Ma a che ora escono da scuola questi bambini?! Tutti sono sereni, nonostante la monotonia delle strade. Tutti sono soddisfatti, seduti ai tavoli dei bar dagli arredamenti affezionati ai lontani anni ottanta.


Procediamo verso il centro. Le architetture cominciano a farsi più eleganti. Sale il tenore degli edifici, come quello dei negozi sulla strada. È tutto più chiaro dopo aver attraversato il pont d'Aragò. Stiamo per entrare nella massima espressione della borghesia spagnola di fine ottocento. Stiamo per varcare le porte dell'Eixample
Botteghe curate, raccolte, intime, ricercate. Palazzi impreziositi dai fregi del modernisme. Il lastricato lucido del marciapiede. E l'avvolgente luce dei lampioni al sodio. L'arancione è il colore dell'accoglienza urbana.

Mercado de Colón, Valencia

Ecco il Mercat de Colon, strappato al disfacimento del tempo. Anzi, del Capitalismo, che prova a schiacciare le realtà locali in nome del Mercato Globale. Ma gli Spagnoli riscattano, riconvertono, rivalorizzano spazi come questi. Il mercato è ora uno spazio ampio, pieno di chioschi interessanti. Caffè, bistrot, cocktail bar dalle luci soffuse e dagli arredamenti urban chic. Il passato che sta al passo coi tempi. Il mercat adesso cerca di assecondare una delle attività preferite dai Valenciani, il descanso. No, non sono pigri. Sanno semplicemente dare il giusto valore a tutto, anche al riposo dopo una proficua giornata di lavoro. Dopo tutti questi passi anche noi preferiamo cedere all'ozio. Suvvia, una pausa ce la meritiamo... Il tempo di una cerveza e una tapa.



Riprendiamo il passo. Le strade si fanno sempre più ampie, affollate, con le auto in corsa. Non abbiamo una rotta precisa, a guidarci c'è solo l'esigenza cardinale di raggiungere casa. Svoltiamo a caso, ci ritroviamo su carrer de Colon. Ecco dove si nasconde la parte più europea di Valencia! Qui la città prende vita in maniera diversa. Mostra una frenesia più allineata al bisogno di consumo. I principali marchi della grande distribuzione sono concentrati qui. È la parte più mondana della città, ma di sicuro la meno originale. Fortuna vuole che si è fatto tardi. Abbiamo fame, non c'è tempo per le vetrine.
Valencia - Estacio del Nord

Finalmente arriviamo all'Estaciò del Nord, altro gioiello modernista, altro prezioso di questa sobria città. Ci si sente vicini alla ferrovia di una metropoli, ma allo stesso tempo si prova il contrario. In realtà questo senso di antitesi si prova un po' dovunque. Valencia ha il carattere di una grande realtà urbana, senza perdere la semplicità e la riservatezza delle sue origini, un piccolo centro lambito da antiche mura ormai dimenticate. Non sorprende, ma piace. Non eccelle, ma funziona. Valencia è un esempio di Europa pacata, non conforme. Un'alternativa capace di distaccarsi dalla gentrificazione che sta interessando tante realtà del continente, colpevole di snaturare le identità locali.

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