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Illustrazione di Francesc Muñoz |
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Foto di Janine |
È tardi, ma decido di entrare lo stesso nel parco. Le mie passeggiate in solitaria non hanno programmazione, è un carpe diem esplorativo. All'interno c'è l'atmosfera tipica di un giardino inglese. L'umidità avvolge i sentieri tra le piante maestose (pini, eucalipti, palme, cipressi, magnolie) e mantiene compatta la dominante primitiva della terra battuta.
Arrivo davanti al Palazzo Reale, i contrasti continuano. Barcellona, la città dei Conti - penso - da sempre riluttante all'unità nazionale... Figuriamoci alla corona di Spagna! Più che la residenza in terra catalana della famiglia reale mi sembra l'appariscente dimora di un agiato borghese. È palesemente il lapsus architettonico di una città reticente alla monarchia.
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Foto di Fnikos |
La totale assenza di altri visitatori mi lascia qualche minuto di astrazione. Bastano pochi passi per svelare ulteriori sorprese: nascosta tra i fusti di bambù c'è una singolare fontana. Non è stato il rumore dell'acqua a chiamarmi, la fontana è spenta. È la magia di questo boschetto, che adesso mi regala un miraggio modernista. Fontana d'Ercole di Antoni Gaudì, leggo sulla targhetta. Indescrivibile stupore.
Senior! Senior! El parque ahora está cerrado. È tardi, quasi rimango chiuso qui dentro.
Quasi quasi, rimango nel mio Paese delle meraviglie...
Pedro de Montjuic
La Fontana d'Ercole di Antoni Gaudì
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Foto di David Nos |
All'interno del complesso del Palau Reial, sviluppato nella tenuta Güell, Gaudí costruì questa fontana in un luogo nascosto dei giardini, nel mezzo di un boschetto di bambù, che fece passare il lavoro inosservato per anni fino a quando non fu riscoperto nel 1983 dall'architetto comunale Ignasi Serra i Goday.
La fontana è dedicata all'eroe mitologico Ercole, al quale Gaudí dedica anche la griglia in ferro battuto dei cancelli d'ingresso ai Padiglioni Güell. Quest'ultima è stata eseguita da Joan Oñós, un suo collaboratore, e rappresenta il drago Ladone, guardiano del Giardino delle Esperidi, sconfitto da Ercole durante la sua undicesima fatica. Questo episodio è stato narrato da Jacint Verdaguer ne L'Atlàntida, poema dedicato ad Antonio López y López, primo marchese di Comillas, che era il suocero di Eusebi Güell. Secondo Verdaguer, Ercole era il leggendario fondatore di Barcellona.
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Foto di M. Kreuz |
La composizione è sobria ma armonica e si integra alla perfezione con la natura circostante, una delle principali prerogative dell'architetto. Per il genio di Reus, infatti, la Natura era il sua grande Maestra.
Testo di Irene Lopez Sanz
Traduzione e adattamento a cura di Pedro de Montjuic
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