domenica 24 maggio 2020

Barcellona insolita - La fontana d'Ercole e il boschetto di bambù

Illustrazione di Francesc Muñoz
Destinazione: quartiere di Pedralbes. La fermata della metro è proprio davanti al Palau Reial. Sulla prepotente strada che solca di sbieco Barcellona, avinguda Diagonal, si affaccia un giardino di nobile eleganza. Un frenetico rotolio di pneumatici su un viadotto a sei corsie e un meditabondo calpestio di passi tra sentieri alberati... Nemmeno la timida luce di un tramonto autunnale riesce ad attenuare un così sfacciato contrasto.
Foto di Janine




È tardi, ma decido di entrare lo stesso nel parco.
Le mie passeggiate in solitaria non hanno programmazione, è un carpe diem esplorativo. All'interno c'è l'atmosfera tipica di un giardino inglese. L'umidità avvolge i sentieri tra le piante maestose (pini, eucalipti, palme, cipressi, magnolie) e mantiene compatta la dominante primitiva della terra battuta.
Arrivo davanti al Palazzo Reale, i contrasti continuano. Barcellona, la città dei Conti - penso - da sempre riluttante all'unità nazionale... Figuriamoci alla corona di Spagna! Più che la residenza in terra catalana della famiglia reale mi sembra l'appariscente dimora di un agiato borghese. È palesemente il lapsus architettonico di una città reticente alla monarchia.

Foto di Fnikos
È tardi, non c'è tempo per visitare gli interni. Così preferisco passare in rassegna la facciata esterna, portandomi all'estremo sinistro dell'edificio. La mia attenzione ricade adesso su un sentiero laterale. C'è uno spazio nascosto tra le piante, una piccola area non concessa ai visitatori. Non è il nastro che delimita e preclude ad attirarmi. Sono invece i numerosi fusti alti, esili e verdi: sono alle porte di un incantevole boschetto di bambù. La luce che filtra a fatica tra le canne pervade l'aria di un bagliore surreale. Mi sento come Alice nei pressi della tana del Bianconiglio. E, come lei, decido di addentrarmi...

La totale assenza di altri visitatori mi lascia qualche minuto di astrazione. Bastano pochi passi per svelare ulteriori sorprese: nascosta tra i fusti di bambù c'è una singolare fontana. Non è stato il rumore dell'acqua a chiamarmi, la fontana è spenta. È la magia di questo boschetto, che adesso mi regala un miraggio modernista. Fontana d'Ercole di Antoni Gaudì, leggo sulla targhetta. Indescrivibile stupore.



Senior! Senior! El parque ahora está cerrado. È tardi, quasi rimango chiuso qui dentro.
Quasi quasi, rimango nel mio Paese delle meraviglie...

Pedro de Montjuic



La Fontana d'Ercole di Antoni Gaudì

Foto di David Nos
La fontana d'Ercole si trova nel Palazzo Reale di Pedralbes a Barcellona, ​​l'antica residenza della famiglia reale spagnola durante le sue visite nella città catalana. È situata nei giardini del palazzo, dove fu costruita nel 1884 su progetto dell'architetto Antoni Gaudí. Appartiene alla fase orientalista dell'artista, in cui Gaudí ha realizzato una serie di opere dal marcato gusto orientale, ispirate all'arte del Vicino ed Estremo Oriente, così come l'arte ispanica islamica, principalmente Mudejar e Nasrid.
All'interno del complesso del Palau Reial, sviluppato nella tenuta Güell, Gaudí costruì questa fontana in un luogo nascosto dei giardini, nel mezzo di un boschetto di bambù, che fece passare il lavoro inosservato per anni fino a quando non fu riscoperto nel 1983 dall'architetto comunale Ignasi Serra i Goday.

La fontana è dedicata all'eroe mitologico Ercole, al quale Gaudí dedica anche la griglia in ferro battuto dei cancelli d'ingresso ai Padiglioni Güell. Quest'ultima è stata eseguita da Joan Oñós, un suo collaboratore, e rappresenta il drago Ladone, guardiano del Giardino delle Esperidi, sconfitto da Ercole durante la sua undicesima fatica. Questo episodio è stato narrato da Jacint Verdaguer ne L'Atlàntida, poema dedicato ad Antonio López y López, primo marchese di Comillas, che era il suocero di Eusebi Güell. Secondo Verdaguer, Ercole era il leggendario fondatore di Barcellona.

Foto di M. Kreuz
La fontana è composta da una panca ellittica in pietra con uno schienale a parete, nella cui parte centrale si erge un piedistallo su cui è posato il busto di Ercole. Quello attualmente esposto non è l'originale, bensì si tratta di quello inserito durante il restauro realizzato nel 1983. Dalla base del piedistallo si apre un beccuccio a forma di drago cinese, che versa l'acqua in un lavabo con lo stemma della Catalogna.
La composizione è sobria ma armonica e si integra alla perfezione con la natura circostante, una delle principali prerogative dell'architetto. Per il genio di Reus, infatti, la Natura era il sua grande Maestra.

Traduzione e adattamento a cura di Pedro de Montjuic




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