Le strade, di giorno, erano una domenica perpetua, ma senza domenica. Tiepide, torpide, piatte. Erano diventate civili, ma senza civiltà. Le strade di notte, invece, erano strane a dirsi.
Non avevano il respiro lento e profondo delle scie di villeggiatura, né il fiato sospeso delle cene durante le feste comandate. La città senza ragione era adesso un ambiguo groviglio di percorsi. I passi s'avvicendavano nella desolata pausa feriale di una località in provincia, nella stanza di un'amante assopita che si arrende alla rassegna dei dettagli mai notati, nella fanghiglia di una pineta umida e buia dove ogni onomatopea alimenta il suono del polso accelerato.
L'odore della prima notte
Anche un muto ha la sua voce
tra i meandri senza rumori.
È l'urlo torrido che irrompe
dopo un sogno distratto
riportando sui passi pesanti.
Solo l'odore della legna,
quella appena messa a ardere,
alleggerisce il vuoto dell'affanno.
È il fu del fusto, memoria
di una vita fatta a pezzi
per richiamare di nuovo
l'unione nel focolare.
Quest'odore si fa eco
di piacere e di speranza
per vedere quel che ora
solo le narici pregustano.
Pedro de Montjuic
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